Un profumo unico, un gusto aspro e inconfondibile. Il
bergamotto è un frutto tipico della Calabria, coltivato in alcune zone
particolari, sulla costa reggina. E anche a Gerace, la cittadella medievale e
perla della Locride.

Alcune leggende fanno derivare il bergamotto dalle isole
Canarie, dalle quali sarebbe stato importato ad opera di Cristoforo Colombo; altre
fonti propendono per Cina, Grecia, o dalla città di Berga in Spagna. Si narra anche
la storia del moro di Spagna che per 18 scudi ne vendette un ramo ai signori
Valentino di Reggio, in Calabria, i quali lo innestarono su un arancio amaro in
un loro possedimento. Ma la cosa più probabile è che la pianta sia autoctona
proprio della Calabria e ci sarebbero documenti del XIV secolo che testimoniano
la sua coltivazione nella regione. Il nome deriverebbe da Begarmundi,
cioè “pero del signore” in
turco. La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto (bergamotteto) fu
opera, nel 1750, del proprietario Nicola Parisi lungo la costa reggina. Nel
1844 si documenta invece la prima vera industrializzazione del processo di
estrazione dell'olio essenziale dalla buccia.
Nel ricettario di Messer Bartolomeo Scappi, cuoco
personale di Papa Pio V, tra i dessert del menu servito all'imperatore Carlo V dal
cardinale Lorenzo Campeggi il 16 aprile 1536, durante la Quaresima, vi sono
anche dei “bergamottini confetti”, ovvero bergamotti canditi. Ma era solo il
dessert di un pasto da centocinquanta portate; senza carne perché era di
‘magro’, ma con pesci in graticola, allo spiedo, marinati, in crosta e in
umido; e poi verdure cotte e crude, frutta fresca e secca. E infine i canditi
con il bergamotto.


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