Il santo eremita viene ritratto spesso con un
fedele inginocchiato e una cerbiatta accasciata e ferita da una freccia. L’immagine
ricorda un episodio degli ultimi suoi giorni: essendo ormai ultranovantenne, non
riusciva più a cibarsi, per cui Dio gli mandò una cerva, che con il suo latte
lo alimentava; un giorno un cacciatore uccise la cerva, la quale riuscì a
trascinarsi all’interno della grotta di Calogero, morendo fra le sue braccia. Il
cacciatore pentito riconobbe nel vecchio colui che l’aveva battezzato anni
prima, e gli chiese perdono. Secondo la tradizione San Calogero morì in una
grotta fra il 17 e il 18 giugno 561 ed era vissuto in quel luogo per 35 anni.
San Calogero è veneratissimo in tutta la
Sicilia e la sua festa è il 18 giugno.
A Campofranco
(Agrigento) la festa si celebra l’ultima domenica di Luglio. Caratteristica è
la "Sagra dei Pupi di Pane" durante la quale vengono distribuite
quintali di grosse forme di pane, da mangiare caldo con olio, pepe e formaggio
fresco, che riproducono gambe, braccia o altre parti dei corpo guarite per
intercessione del santo. La tradizione dei “Pupi di pane” nacque come forma di
ringraziamento verso il Santo Patrono per l’abbondanza del raccolto:
inizialmente i contadini offrivano simbolicamente del grano per poi, nel corso
del tempo, donare ai più bisognosi delle forme di pane raffiguranti varie parti
del corpo oggetto di avvenuta guarigione dai mali, sino ad arrivare all’offerta
del “pupo“ intero. La Sagra è caratterizzata da diversi stand in cui sono
esposte queste forme di pane, le cui dimensioni variano dalle più piccole di
circa 50 cm alle più grandi che possono raggiungere anche più di 2 metri. Dopo
aver ricevuto la benedizione religiosa, le 2 tonnellate circa di pane vengono
distribuite a piccoli pezzi alle migliaia di fedeli, devoti e turisti che si
riversano per l’occasione a Campofranco.
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