Le prime notizie sull'utilizzo dei frutti del
caffè provengono dall’Etiopia, dove la pianta cresceva spontaneamente. Ma è
solo verso la fine del XIV secolo,
però, quando la pianta fu portata in Arabia durante le invasioni etiopiche e coltivata estesamente
nelle zone montagnose dello Yemen,
venne introdotto l'uso della bevanda ottenuta come infuso dai semi torrefatti. Secondo
le tradizioni arabe, la bevanda fu preparata per la prima volta da religiosi
yemeniti, che se ne servivano, in virtù delle qualità stimolanti, per
prolungare le veglie dei mistici dediti
alla meditazione. Poi la bevanda, conosciuta con il nome di kawa, si diffuse in tutta
l'Arabia, in Egitto, in Siria e in Turchia.

In Italia l'infuso attirò l'interesse, e la preoccupazione, anche della Chiesa; la storia racconta che Papa Clemente VII, sollecitato dai suoi cardinali che chiedevano la scomunica della bevanda proveniente dalle terre di Maometto, dopo averla assaggiata decise che non si poteva lasciare al diavolo e agli infedeli una delizia del genere.
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