I BISCOTTI DELLA FELICITA'

Alcuni alimenti portano gioia e altri tristezza. Almeno questo è quanto sosteneva Santa Ildegarda di Bingen, badessa tedesca del XII secolo.
Nata a Bermesheim nel 1098, ultima di dieci figli. Il suo nome di battesimo, tradotto letteralmente, significa «colei che è audace in battaglia». Entra in monastero tra le benedettine e tra il 1147 e il 1150, sul monte di San Ruperto vicino a Bingen, sul Reno, Ildegarda fonda il primo monastero e, nel 1165, il secondo, sulla sponda opposta del fiume. È una persona delicata e soggetta alle malattie, tuttavia, raggiunge l'età di 81 anni affrontando una vita piena di lavoro. 
Figura spiritualmente forte, trascrisse, come gli aveva ordinato una voce dal Cielo, le sue visioni, e questo la rese celebre. È interpellata per consigli e aiuto da personalità del tempo. Sono documentati i suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio III. Morì nel 1179, il 17 settembre, giorno in cui viene celebrata dalla Chiesa. Santa Ildegarda, che sarà proclamata Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI, scrisse di teologia, di filosofia, di morale, di agiografia, di scienza, di medicina, di cosmologia.
E scrisse anche di alimentazione. Secondo lei il corpo, lo spirito, l’anima e l’ambiente sono i quattro pilastri della salute e sono intimamente legati l’uno all’altro. Così, la nostra alimentazione ha delle conseguenze dirette sulle nostre emozioni. Per esempio, quando l’anima dell’uomo ha in sé qualcosa di nocivo, questo stato si trasferisce al corpo e i vasi sanguigni si contraggono. La conseguenza è che l’uomo diventa triste. Così si legge nella sua opera “Le cause e i rimedi”. Per curare questo, la badessa invita a consumare alcuni alimenti fonte di gioia e precisa che per “fonte di gioia” s’intende che rivitalizzano e aiutano a conservare una buona salute tanto sul piano fisico quanto su quello psichico e spirituale.
Tra gli alimenti allora che fanno bene ci sono, secondo la monaca tedesca, il finocchio, il farro, la castagna, i chiodi di garofano.
Una santa che anticipò la cultura ‘bio’: predicava infatti, tra l’altro, la necessità di consumare alimenti locali, oggi diremmo a chilometro zero.

Tra le ricette che ha lasciato c'è quella dei “biscotti della felicità”, per la precisione per curare il sistema nervoso, che è stata rivista e corretta nei secoli successivi. Ecco una versione.

Ricetta della felicità

Ingredienti

-      50 g di miele
-      170 g di burro
-      100 g di zucchero di canna
-      1 pizzico di sale
-      1 uovo
-      400 g di farina

Preparazione

1.   Scaldare il miele in una ciotola nel microonde per qualche minuto in modo da farlo sciogliere, aggiungere il burro, lo zucchero ed il sale. Unire l’uovo e un poco alla volta la farina setacciata. Lavorare l’impasto fino ad ottenere un composto omogeneo, formare un rotolo, avvolgerlo nella pellicola trasparente e farlo riposare in frigo per almeno 2 ore.
2. Accendere il forno a 180°, prendere l’impasto dal frigo e tagliarlo a fette alte circa 5 mm, disporle su una teglia da forno rivestita con carta forno ed infornare per 10 minuti. Lasciare raffreddare.

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