I cristiani caldei, nel rispetto della propria tradizione
liturgica, osservano il cosiddetto “digiuno di Ninive” (Bautha
d'Ninwaye), che precede di tre settimane quello quaresimale. Per tre giorni i caldei si astengono dal cibo e dalle bevande dalla mezzanotte fino al
mezzogiorno del giorno successivo, ed evitano poi per i tre giorni successivi di mangiare
cibi e condimenti di origine animale.
La pratica del “digiuno di Ninive” si rifà al digiuno chiesto dal Profeta Giona
agli abitanti di quella città corrotta, che sorgeva nell'area dell'attuale
Mosul (Iraq). Quel digiuno – si legge nella
Bibbia - commosse Dio (Giona 3,10) e salvò la città dalla distruzione.
«I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece». (Dal Libro di Giona)
«I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece». (Dal Libro di Giona)
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