APERTE LE CUCINE POPOLARI


"Siamo preoccupati, come tutti, soprattutto per le persone che vengono a mangiare da noi, che vivono sempre di mancanze e adesso ancor di più. Ma un piatto di minestra lo garantiremo sempre, sperando nella generosità della gente". A Bologna le 'Cucine Popolari', la rete di mense dedicate ai meno abbienti create nel 2015 da Roberto Morgantini, non si sono fermate davanti al Coronavirus. Dopo solo un giorno di riorganizzazione hanno ripreso a fare quello per cui sono nate, "sostenere i più deboli". E, in questo periodo d'emergenza, le persone che quotidianamente si rivolgono alle tre mense popolari aperte in città, sono aumentate invece che diminuite. L'unica differenza, seppur sostanziale, è che i pasti, 250 al giorno, vengono distribuiti da asporto, a scapito della socializzazione che è una delle caratteristiche delle Cucine Popolari. 
"I nostri pasti continuano a prevedere un primo, un secondo, il pane e la frutta, mentre altre mense stanno distribuendo solo un panino, anche per questo le persone sono aumentate", spiega all’Ansa Morgantini, che nel 2018 proprio per il suo "prezioso contributo" alla promozione di una società solidale e inclusiva, è stato nominato dal presidente Mattarella Commendatore della Repubblica. "Per fortuna in questa fase non abbiamo problemi di approvvigionamento - sottolinea Morgantini - perché le mense che hanno chiuso, come la Camst, ci hanno donato diversi generi alimentari, la stessa cosa hanno fatto i ristoranti”.


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