Scomparso dalle tavole e dai menù dei più grandi
ristoranti di Tel Aviv e Jaffa: il maiale da un paio d’anni non si mangia
quasi più per niente in Israele e a bandire la sua carne non sono
soltanto i ristoranti kosher. Lo scrive il quotidiano Haaretz. Niente
cosciotti, dunque, né salsicce o wurstel; al massimo nei bistrot resta tra “i
piatti segreti”, quelli non indicati esplicitamente nei menù, o è pietanza solo
in occasioni particolari. “Eravamo il più grande ristorante che serviva maiale
a Tel Aviv”, dice al giornale israeliano Nir Weiman, chef e proprietario di Mel
& Michelle. “Ma con il passere del tempo sempre più clienti, pur gradendo
la nostra cucina, non tornavano. Quando chiedevamo il perché, la risposta era
la presenza di maiale in cucina”. Alcuni ristoranti si sono dunque convertiti
al kosher, altri hanno tolto la carne non gradita dai menù perché tanto i
clienti non la ordinano più. Chef Amir Ilan dà una spiegazione ‘linguistica’ al
fenomeno: “Non c’è nella lingua ebraica una parola per indicare il maiale inteso
come cibo. La parola ‘hazir’ indica l’animale perché l’Accademia della Lingua
Ebraica non dà un nome ai cibi non kosher”. E allora il maiale, considerato da
molti animale intoccabile, resta un ‘maiale’ anche sui piatti e questo
“certamente può scoraggiare”.
D’altronde sui voli da e per determinati Paesi, come quelli
per Tel Aviv, l’Alitalia, compagnia di bandiera italiana, da anni serve pasti
che non contengono carne di maiale, come precisato in un foglietto allegato al vassoio; e
questo nonostante sia possibile richiedere preventivamente un tipo di pasto
(vegetariano, islamico, kosher, a base di pesce) privo di tale carne.
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