Giacomo Cusmano nasce
a Palermo il 15 marzo del 1834. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1855, diventerà
il “medico dei poveri”. Sentendo la chiamata di Dio, rinuncia alla carriera per
dedicarsi interamente a Dio e ai poveri. Il 22 dicembre del 1860 è ordinato
sacerdote e nel 1867, il 21 febbraio, fonda l’Associazione del “Boccone del
Povero” che ha come fine quello di “propagare la fede per mezzo della carità”.
La sua vita è sempre all'insegna del servizio dei poveri, degli ammalati, degli
abbandonati e di chiunque avesse avuto bisogno. “Non sono di nessuno, dunque sono nostri“, ripeteva
continuamente. Il 14 marzo 1888 muore in odore di santità. Giovanni Paolo II lo
beatificherà il 30 ottobre del 1983.
Ma perché ideò il “Boccone del Povero”?
Padre Giacomo andava spesso in casa dell’amico Michelino
De Franchis.
Un giorno (era il 1865) arrivò all'ora di pranzo. Avrebbe voluto solo salutare e andarsene, ma Michelino lo condusse nella stanza da pranzo, dove la signora Mariannina e i figli lo accolsero festosamente. Mentre stavano conversando, notò una cosa singolare: ad ogni portata, tutti, genitori e figli, toglievano un po’ della pietanza e la mettevano in un piatto più ampio, al centro della tavola; ne chiese spiegazione all'amico. “Vedi, caro Giacomo, - rispose Michelino – io educo così i miei figli: anche quando stanno a tavola, devono pensare ai poveri ai quali manca spesso anche il pane. A noi un boccone in più o in meno, non fa niente; ma i poveri ci guadagnano, poco alla volta, di che sfamarsi”. Poco dopo, infatti, entrò un povero il quale consumò le pietanze così ricavate, servito dai suoi figli.
Un giorno (era il 1865) arrivò all'ora di pranzo. Avrebbe voluto solo salutare e andarsene, ma Michelino lo condusse nella stanza da pranzo, dove la signora Mariannina e i figli lo accolsero festosamente. Mentre stavano conversando, notò una cosa singolare: ad ogni portata, tutti, genitori e figli, toglievano un po’ della pietanza e la mettevano in un piatto più ampio, al centro della tavola; ne chiese spiegazione all'amico. “Vedi, caro Giacomo, - rispose Michelino – io educo così i miei figli: anche quando stanno a tavola, devono pensare ai poveri ai quali manca spesso anche il pane. A noi un boccone in più o in meno, non fa niente; ma i poveri ci guadagnano, poco alla volta, di che sfamarsi”. Poco dopo, infatti, entrò un povero il quale consumò le pietanze così ricavate, servito dai suoi figli.
Padre Giacomo pensò: “Se tutte le famiglie di Palermo, che hanno la
fortuna di mangiare a tavola, si privassero di un boccone per ogni pietanza e
ogni giorno, il problema della miseria sarebbe risolto”.
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