Il menù racconta un posto come tanti altri. Alla Holey
Artisan Bakery, a Dacca, Bangladesh, si andava per mangiare i bagels o la ‘pizzaiola’.
Per fare due chiacchiere tra amici; specialmente se, come nel caso degli italiani,
si aveva in comune il fatto di vivere cosi lontano dalla propria casa. Il 1°
luglio 2016 i fondamentalisti islamici hanno ucciso, in quell'oasi di
ristoro, venti persone, tra le quali nove italiani. Dieci se si considera il
bimbo in grembo a Simona Monti, una delle vittime.
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha portato alla mostra “La vostra resistenza è martirio, rugiada che
feconda”, prima al Meeting di Rimini e poi alla Regione Lombardia, anche il menù della Holey Artisan Bakery. È stato così mostrato il tavolo cosi
come era apparecchiato prima che le persone che vi sedevano fossero torturate e
uccise per la sola colpa di appartenere ad una fede che ai jihadisti non piace.
Ma la mostra di Acs voleva dare anche un segno di speranza. Assieme alla famiglia di Simona Monti, la fondazione pontificia ha avviato la costruzione di una chiesa in Bangladesh.
Tra gli altri segni sulla persecuzione anticristiana alla
mostra è stata mostrata l'area giochi del parco di Lahore dove è
avvenuto l'attentato il 27 marzo 2016 e l'aula del Garissa University College
in cui il 2 aprile 2015 sono stati uccisi 148 studenti cristiani. E tra gli
oggetti anche la tesi, mai completata di Mary Muchire Shee, uccisa proprio nel Campus
di Garissa in Kenya. La bella Mary che era stata eletta ‘miss’ del Campus e che
ancora sorride dalla sua pagina Facebook.
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