Bello, da leggere e regalare. Parliamo di un libro scritto a quattro mani da Giovanna Ioli, italianista e critica letteraria e lo
chef Filippo La Mantia: "Girotondo in cucina” pubblicato dalla Lev, l'editrice vaticana.
Pochi sanno forse che "pietanza" e "pietà"
hanno la stessa radice latina, quella dell'antica 'pietas', devozione al divino
ma anche misericordia. E' già dall'origine delle parole che si trova dunque
l'intreccio tra religione e gastronomia. D'altronde fin dalle origini tutti gli
ordini conventuali avevano come missione anche quella di distribuire
il cibo ai poveri.
Il volume non è però un saggio e neanche una raccolta di
ricette (che pur ci sono e portano la firma di La Mantia). E' invece un viaggio
nella storia, nella letteratura, e nelle tradizioni popolari, dove i frutti
della terra sono sempre in primo piano. Nell'Antico Testamento i riferimenti al
cibo sono numerosi e poi con il cristianesimo il cibo diventa condivisione. La
tavola non è dunque solo strumento di sopravvivenza. Prova ne è l'importanza
che viene data al vino nella religione. San Bernardo, l'ultima guida di Dante
nella Divina Commedia, "diceva che alla fine dei tempi i giusti saranno
inebriati dal frutto delle viti", riportano gli autori spiegando anche
l'importanza del vino sulle tavole dei monaci, compreso quel Dom Perignon che inventò
il Moet et Chandon.
Il libro verrà presentato a Roma venerdì 16 dicembre nel
punto vendita della Lev a via di Propaganda.
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