IL VINO E I CAVALLI


La festa si celebra i primi di maggio: sessanta cavalli bardati con drappi ricamati con fili d’argento, oro e seta, corrono all'impazzata per le vie del piccolo paese, fino alla rocca in alto che oggi custodisce il santuario della ‘Vera Cruz’. Siamo a Caravaca, nel Sud della Spagna, dove questo 2017 si celebra l’anno giubilare.
Questa corsa, con quattro cavalieri per ciascun cavallo, rievoca la tradizione dei cristiani che di erano recati alla rocca per prendere dell’acqua e tornarono invece con il vino benedetto dalla Croce di Caravaca. Diedero quel vino ai malati che guarirono. A distanza di secoli, quella della benedizione del vino, cominciata nel 1348,  è una tradizione che a Caravaca de la Cruz resta immutata. E il vino benedetto, anche in parte infinitesimale, va ancora oggi a santificare tutto il raccolto.
E’ una delle tradizioni legate a questo santuario che si trova ad un’ora di auto da Murcia, nel Sud della Spagna. Una storia, quella di Caravaca che si divide tra devozione e leggenda ed è strettamente legata allo storico scontro tra musulmani e cristiani in Spagna. La fortezza che ospita il santuario era infatti la reggia di un sultano musulmano che, secondo la tradizione, si convertì vedendo dalla finestra una croce trasportata da due angeli mentre un prete, suo prigioniero, celebrava messa. Una storia, questa, che viene rievocata più per folclore che altro; come anche le tante processioni che a Caravaca e in tutta la Murcia rappresentano lo scontro tra cristiani e ‘mori’.

Le reliquie della Croce di Cristo che si venerano a Caravaca erano state portate dai Templari. Ma poi un incendio distrusse tutto e dei frammenti furono donati da Roma per consentire che quella devozione popolare potesse proseguire.

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