Dalla Corea del Sud una bella storia diffusa
dal Movimento dei Focolari. Da due sacchi di farina oggi c’è un’azienda che
impiega 400 persone, vende pane e lo fornisce anche ogni giorno a 80 centri di
assistenza.
Nel 1950 in Corea scoppia una guerra civile.
La popolazione del nord, sotto il comunismo, fugge verso il sud in cerca di
libertà. Tra loro c’è Ghil Sun che si stabilisce nella città di Daejon. Ghil
Sun fa una preghiera-promessa a Dio: “Se riuscirò a salvarmi con tutta la mia
famiglia, vivrò il resto della vita per i poveri”. Nel 1956, riceve due sacchi
di farina dalla parrocchia. Inizia la produzione di pane a vapore sotto il nome
Sungsimdang, cioè, “Sacro Cuore”. Nonostante anche lui fosse povero, ogni
giorno distribuisce il pane ai bisognosi. Ancora oggi la Sungsimdang cuoce il
pane, non solo per la vendita giornaliera, ma per vivere la condivisione. Il
pane appena sfornato viene portato ad oltre 80 centri di assistenza sociale.
Nonostante la crescita dell’azienda, ad un
certo punto il proprietario sperimenta un vuoto e ha difficoltà con i
dipendenti. Nel 1999 i proprietari della Sungsimdang partecipano alla Scuola
Internazionale dell'Economia di Comunione a Tagaytay (Filippine), promossa dai
Focolari, e si apre così una nuova prospettiva: gestire l’azienda con spirito
‘altruistico’ per contribuire al bene della società. Si ricomincia dunque,
nonostante un grande debito. Ma nel 2005 scoppia un incendio che brucia tutto
l’edificio. La Sungsimdang attraversa ancora una volta un momento di forte
crisi. Ma il giorno dopo accade un fatto inaspettato: tutti i dipendenti si
presentano a lavorare per la ricostruzione. Dopo una settimana si sforna di
nuovo il pane, si ricomincia nuovamente da zero. Nel giro di qualche tempo i
profitti crescono del 30% e vengono condivisi con i dipendenti. L’azienda nel 2016 ha compiuto il suo sessantesimo anno di età. Ha rinunciato ad
entrare nei grandi magazzini di Seul ed è rimasta a Daejon come panetteria
locale. Alla festa del 60°, tra gli invitati il vescovo e il sindaco della
città, imprenditori nazionali e stranieri che vogliono fare propria la filosofia
aziendale EdC (Economia di Comunione) della Sungsimdang.
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