LE CATACOMBE E IL GRANO

Grano e pane tra i fregi delle Catacombe di Domitilla a Roma. Il complesso archeologico è stato interessato da nuovi restauri. Le scoperte più interessanti “sono venute da due cubicoli monumentali della piena età costantiniana”, riferisce Fabrizio Bisconti, sovrintendente della Pontificia Commissione di Archeologia sacra. Uno di questi si presenta ora come sepolcro di famiglia di un alto rappresentante dell’Annona, l’istituzione che si occupava dello stoccaggio delle derrate alimentari e, dunque, anche del grano e del pane. Da un lato è rappresentato un buon pastore e, dall’altro, un fregio che rappresenta il viaggio del grano che sbarca al porto di Ostia e viene trasportato a Roma dove viene macinato per diventare pane.
“La storia delle catacombe di Domitilla sulla via Ardeatina, le più estese del suburbio romano, con ben dodici chilometri di gallerie disposte su quattro piani, inizia sullo scorcio del I secolo. Alla base della loro denominazione c’è un piccolo enigma – scrive sull’Osservatore Romano il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura - che riguarda la sua protagonista”. Dalle fonti emergono infatti due figure di donne cristiane che portano questo nome anche se la maggior parte degli studiosi tende a vedere nelle due Domitille la stessa persona.
In questo grande cimitero cristiano furono sepolti i martiri militari Nereo e Achilleo, vittime della persecuzione dioclezianea, in quanto obiettori di coscienza, secondo la testimonianza di Eusebio di Cesarea che, al proposito, ricorda che “la persecuzione prese l’avvio con i fratelli che erano nell’esercito”.



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