C’è un legame stretto tra le tonnare e la
storia della Chiesa in Calabria. Le prime fonti documentali che attestano la
presenza di manufatti relativi alla pesca del tonno risalgono all'XI secolo e la
legano ai possedimenti ed ai cespiti donati ad abbazie e vescovadi istituiti in
Calabria da Ruggero il Normanno. Già con uno dei primi privilegi concessi dal
Conte Ruggero all'Abbazia di Mileto compare l'area di Bivona, descritta nel
1081, “… cum portu suo, ac
tunnaria, et omnibus pertinentiis”. I monaci dunque potevano contare su questa
attività esercitando un vero e proprio “ius” sulla pesca. Dal canto loro sostenevano
di invocare la protezione divina sui pescatori. Un privilegio che durò secoli. “Ad
esempio la mensa vescovile di Nicastro – si legge nel libro ‘Di terra e di Mare’
di Saverio Di Bella e Giovanni Iuffrida, Rubettino editore – fino a tutto il Settecento
rivendica contro il tentativo del principe del feudo di Maida di negarlo, la
titolarità del diritto antichissimo di derivazione cistercense di un’annua
prestazione o decima di pesca consistente in
cento rotoli di pesce ogni anno della pesca di tonni nella tonnara di Mezzapraia”.
Tropea, Parghelia, Briatico, Bivona, Vibo
Marina, Pizzo e Mezza Praja rappresentavano infatti le ‘tappe’ del tragitto
migratorio dei tonni lungo il quale la storia legata all'attesa, cattura,
trasformazione e commercializzazione di tali prede ha preso corpo. A questi
centri costieri erano legati paesi dell’entroterra dove si sviluppò un
artigianato legato a quel tipo di pesca particolare: produzione di sale, olio e
ghiaccio (per la conservazione), canape e fibre vegetali (per reti e cordami) e
legno (per barche, attrezzi, galleggianti e botti).
Tante le testimonianze del legame, voluto appunto
da Ruggero, tra la pesca del tonno e la vita delle abbazie. La regina Giovanna,
per esempio ordina nel 1365 “…su
richiesta di Giovanni abate di Mileto, al capitano di Monte Leone che al detto
abate e al suo monastero siano restituite lo jus della tonnara di Bivona ed i
suoi diritti propri del monastero secondo la donazione del conte Ruggero, la
conferma apostolica e la propria ”.
Poi le tonnare passarono alle classi
nobiliari che continuarono a pagare una ‘tassa’ agli abati o ai vescovi che le
avevano loro cedute. Solo in tempi più recenti divenne attività con caratteristiche
più imprenditoriali.
Pensando alle tonnare e al tonno una ricetta
facile.
Ricetta estiva
- Pasta corta
-
Olio
-
Tonno
-
Limone
-
Basilico
al limone o prezzemolo
-
Parmigiano
(o grana) a tocchetti
Preparazione
1.
Far
cuocere la pasta
2.
Preparare
il condimento mescolando il tonno sbriciolato, il grana o parmigiano a
tocchetti, succo di limone, buccia grattugiata di limone, basilico al limone (o
prezzemolo), olio. Allungare con l’acqua di cottura, se occorre, per rendere il
condimento più cremoso.
3.
Scolare
la pasta, lasciarla freddare un po’ sotto l’acqua corrente, condire.
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