Figlio di contadini, Serafino nacque a Montegranaro nelle Marche nel 1540. Non
ebbe possibilità di studiare dovendo, per vivere, condurre al pascolo il gregge
di un contadino. Morto il padre, assieme al fratello maggiore, andò a lavorare
in un cantiere di Loro Piceno. Serafino, attratto dalla voglia di imparare,
divenne amico della figlia dell'impresario. Fu proprio la ragazza ad
avvicinarlo al locale convento dei francescani cappuccini, dove il giovane
chiese poi di essere accolto. Girò diversi conventi adattandosi ai lavori più
umili in casa e nell'orto. Il suo motto era: “La via per andare in su è quella
di scendere in giù”. Semianalfabeta e un tantino maldestro, ebbe però il dono
di saper dialogare con la gente, trovando per tutti la parola giusta.
Si occupava della portineria, delle pulizie e
dei lavori nell’orto. E grazie a quest’ultima occupazione dava sempre qualcosa
da mangiare ai poveri che andavano da lui in convento. Un giorno al convento di
Corinaldo il frate guardiano lo rimproverò perché con tutto quel regalare
frutta e ortaggi si rischiava d non averne abbastanza per i confratelli. Ma la
notte l’orto rifiorì miracolosamente restituendo frutti e piante che erano sati
donati ai pover da fra Serafino.
Ascoli, che ormai lo amava come padre e amico,
pianse la sua morte, che avvenne all'età di 64 anni, il 12 ottobre (giorno in
cui viene celebrato) del 1604. La voce del popolo che lo voleva santo giunse
anche all'orecchio di Paolo V, il quale autorizzò l'accensione di una lampada
votiva davanti alla sua tomba, prima ancora che fosse ufficialmente
riconosciuto santo Fu canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767.
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