E’ uno dei vini più antichi d’Italia e il suo
nome, Lambrusco, deriva da ‘labrum’, orlo, margine e ’ruscum’, selvatico, per
indicare quei vitigni che crescevano spontaneamente ai bordi dei campi. Si fa
risalire la citazione più antica di questi vitigni, dai quali si ricava il vino
frizzantino, alla Bibbia e in particolare al Profeta Isaia. Siamo intorno al
738 avanti Cristo, e il Profeta Isaia affermava a proposito del distacco del
popolo di Israele dagli insegnamenti divini: “Voglio cantare per il mio
diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una
vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che
producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi”. Questo scritto – fanno notare esperti del settore - ci dà anche un'altra informazione
intorno alle antichissime tecniche di vinificazione e gli strumenti necessari al
processo fermentativo. Infatti dove parla dello "scavare il tino" riponendovi
il mosto in buche ricavate appunto nella roccia o nella terra ci dice che era
in uso una pratica preistorica di cui si trova traccia, nel secolo
scorso, in alcune località del Caucaso.
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