IL PANE E L'AMICO

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: 
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.


Questo è quanto si legge nel Vangelo di oggi. E tornano alla mente le antiche case di Nazareth riemerse dai recenti scavi archeologici. E lì si capiscono meglio queste parole. Queste antiche abitazioni erano fatte di una sola stanza (oltre la grotta dove vivevano gli animali), dove si svolgeva la vita di tutta la famiglia; la sera quell’ambiente diveniva allora anche la camera da letto con il giaciglio messo a ridosso della porta, per ragioni di spazio ma anche per motivi di sicurezza. Era dunque difficile aprire la porta a qualcuno che bussava perché occorreva fare alzare tutti. Ma l’amico del Vangelo lo fa: si alza per dare il pane a chi glielo chiede. Nonostante la scomodità.

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