RICOSTRUIRE NINIVE


Portare da mangiare a chi ti ha cacciato via dalla tua casa. Accade oggi nella Piana di Ninive, in Iraq, dove nell’estate del 2014 i cristiani sono stati cacciati via dall’Isis. Pochi minuti a disposizione o per convertirsi all’Islam o per fuggire vie, con niente, il solo pigiama addosso. E oggi i cristiani, rifugiati per lo più ad Erbil, in Kurdistan, provano a tornare nei loro villaggi. Con un cuore aperto. Capita allora che i cristiani “oggi portano da mangiare a coloro che li hanno scacciati”. Lo ha raccontato il Nunzio in Iraq, monsignor Alberto Ortega Martin, nella conferenza internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre dedicata ai
Monsignor Alberto Ortega Martin
cristiani in Iraq. La Caritas e le diverse Chiese cristiane irachene non guardano a etnia o religione e offrono il loro aiuto a tutti.
Ora c’è un grande progetto per ridare ai cristiani iracheni rifugiati ad Erbil, in Kurdistan, la possibilità di tornare nei loro villaggi nella Piana di Ninive da dove erano dovuti fuggire dopo l'arrivo dell'Isis. Una sorta di "Piano Marshall" da 250 milioni di dollari lanciato appunto dalla Fondazione pontificia Acs. “I cristiani hanno una missione specifica, essere artefici di pace, riconciliazione e sviluppo" e "tale missione è più che mai necessaria nell'attuale contesto iracheno che ha urgente bisogno di un processo di riconciliazione nazionale", ha detto il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, alla conferenza internazionale di lancio del piano. Il Patriarca caldeo Louis Rapahel Sako ha lanciato un appello: "Prima di ricostruire le case, occorre ricostruire gli uomini, una nuova cultura, che lasci alle spalle ogni violenza".
Sua Beatitudine Louis Raphael Sako
Il piano di Acs per la ricostruzione dei villaggi ha come obiettivo ricostruire o rimettere in sesto un totale di 13mila edifici (case ma anche chiese e ospedali) per i circa 100mila cristiani scacciati dall'aera di Mosul dall'Isis nell'estate del 2014. "La realizzazione del progetto avrà un impatto positivo su tre fronti", commentano Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente Presidente e Direttore di Acs-Italia. "Anzitutto maggiore libertà religiosa, poi contrasto al terrorismo, e infine riduzione della pressione migratoria, perché i cristiani iracheni desiderano vivere in patria, non diventare coattivamente migranti".

Commenti