IL MIRACOLO DELLA PIOGGIA

Un frate dedito alla carità, inventore dei pacchi per i poveri a Natale e protettore contro le siccità: è San Francesco Antonio Fasani (Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742) che la Chiesa celebra il 29 novembre.
Nacque da un umile famiglia nella cittadina del foggiano, in Puglia. Entrò da giovane tra i Minori conventuali del suo paese natale per poi completare il Noviziato a Monte Sant'Angelo sul Gargano dove emise la professione il 23 agosto 1696. Quindi, nel 1703 fu mandato nel convento di Assisi dove fu ordinato sacerdote l'11 settembre 1705. Passato a Roma, nel collegio di San Bonaventura, tornò ad Assisi fino al 1707 quando rientrò a Lucera. Qui si dedico soprattutto ai bisogni dei poveri e dei sofferenti; devotissimo alla Vergine, fu particolarmente vicino ai carcerati e ai condannati che accompagnava fino al luogo del supplizio. Morì il 29 novembre 1742. Ancora oggi la sua tomba, nella chiesa di San Francesco a Lucera è meta di pellegrinaggi. Proclamato beato il 15 aprile 1951 da Pio XII è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986.
Tra i miracoli a lui attribuiti, quello dell’arrivo di una pioggia attesa dalla popolazione con trepidazione; era d’estate ed una notevole siccità tormentava le piante, gli animali e le persone. I pozzi si erano quasi tutti essiccati. Padre Francesco si recò al monastero cittadino delle suore di Santa Caterina, delle quali era stato nominato confessore dal Vescovo. Quando giunse alla porta del convento, vide l’inserviente che diceva ad un gruppo di persone che nella cisterna non c’era più un goccio d’acqua. Il frate intervenne, pregandola di andare a prendere l’acqua e di darla a quella povera gente. Ma l’inserviente: “Da poco sono andata a tirare il secchio; viene su solo terriccio”. “Vai nuovamente a vedere, replicò il Padre Maestro, perché di acqua ce n’è molta”. Di fronte all’insistenza del Padre l’inserviente andò e con grande meraviglia osservò che la cisterna era piena e che l’acqua era sufficiente per tutti. Rientrato nella sua comunità, erano ad attenderlo il barone Orazio Zunica, il conte Giammatteo Mosca ed altri patrizi lucerini, preoccupati per la siccità che stava rovinando tutte le coltivazioni. Don Orazio Zunica si lamentò, implorando il Padre Maestro a fare qualcosa per evitare la rovina degli agricoltori. E Fasani: “Ma l’acqua c’è, siete voi che non la volete. Datemi quei sacchetti pieni di monete d’oro e vedrete che la pioggia scenderà”. Tutti lo guardarono sbigottiti, e Don Orazio: “Ma Padre, ora la pioggia si compra?”. “No – rispose il Padre Maestro – non si compra; quei soldi sono per tanta povera gente che ogni giorno affolla i vostri palazzi e le nostre chiese nella speranza di un tozzo di pane”. I signori allora compresero il senso di quelle parole e misero nelle mani di frate Francesco Fasani tutti i soldi che avevano addosso. San Francesco Antonio andò in chiesa a pregare davanti all’altare dell’Immacolata. Pregò senza interruzione tutta la notte ed il giorno seguente, finché la pioggia non scese abbondantemente dal cielo, salvando le coltivazioni.

Commenti