AIUTI AI PROFUGHI SIRIANI

Settantasette tonnellate di farina, zucchero, cereali, pasta, olio di semi di girasole, latte in polvere, pesce e carne in scatola: “senza precedenti”, sottolinea in una nota il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, il carico di aiuti portato in Siria e in Libano da una delegazione del Gruppo di lavoro interreligioso del Consiglio presidenziale per la cooperazione con le associazioni religiose russe. Lo riferisce l’Osservatore Romano. Voluta dal metropolita di Volokolamsk, Ilarione, con la benedizione del patriarca di Mosca, Kirill, l’iniziativa umanitaria è stata guidata dallo ieromonaco Stefano (Igumnov), segretario dell’Ufficio per le relazioni intercristiane. Con il rappresentante ortodosso, anche responsabili musulmani, evangelici e della Chiesa apostolica armena. Insieme hanno portato gli aiuti che sono stati forniti grazie anche ai fondi raccolti dalle comunità cattoliche e protestanti.
Il carico di alimenti è stato suddiviso in scatole di cartone del peso di venticinque chili ciascuna che dovrebbe permettere a una famiglia di tre-quattro persone di andare avanti per almeno due settimane.
A Damasco il carico è stato ripartito su undici punti di distribuzione e su tre nella piana di Bekaa. In particolare gli aiuti hanno interessato i profughi che si trovano a Zahlé, città del Libano che ospita numerosi rifugiati siriani. Su richiesta del mufti supremo di Siria, Badr ed-Dina Hassun, molti pacchi alimentari sono stati inviati ad Aleppo. La particolarità di questa iniziativa di solidarietà risiede nel fatto che è stata organizzata e realizzata insieme a rappresentanti cristiani e musulmani in Siria e in Libano. 

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