LA BENEDIZIONE DI SAN BERNARDO


Produrre birra è sempre stato fondamentale per i monasteri ma un aneddoto attribuisce alla bevanda anche una sorta di potere di benedizione. Secondo quanto riferisce il sito dei monaci benedettini della Cascinazza, alle porte di Milano, San Bernardo di Chiaravalle vide un giorno arrivare all’abbazia di Orval alcuni giovani cavalieri “dediti militiae seculari” molto desiderosi di dimostrare il loro valore nei tornei. Guglielmo di Saint-Thierry racconta che avendo fatto portare della birra, Bernardo la benedì e la offrì ai giovani dicendo loro di bere questa “bevanda delle anime”. Lo fecero e, una volta lasciato il monastero, cominciarono a ricordarsi ardentemente ciò che avevano visto e udito durante il loro breve soggiorno. Tornando indietro immediatamente si convertirono e si impegnarono nella milizia ‘celeste’. Padre Jean Leclercq, benedettino, che in occasione del nono centenario dell’abbazia di Orval ha pubblicato, nel 1975, delle pagine molto belle su «Spiritualità e cultura a Orval nel secolo di San Bernardo, secondo i manoscritti», scrive: «Una ricetta così efficace per il reclutamento (dei monaci) non poteva che far fortuna. Fino ai nostri giorni, la benedizione di San Bernardo continua a fare della birra, miracolosamente o no, una fonte di prosperità e di gioia per molti».

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