La diocesi di Harar, in Etiopia, scommette
sul pane per sostenere le opere sociali cattoliche. Come appreso dall’Agenzia
Fides, entro l’autunno sarà avviato a Dire Dawa un primo progetto pilota di
produzione e vendita di pane e, nel corso del 2019, sarà realizzato un
panificio industriale con un laboratorio, una scuola per panificatori e un
negozio per la vendita. Il ricavato sarà destinato a scuole, orfanotrofi e
ambulatori gestiti dalla comunità cattolica sul territorio. L’idea – riferisce l’agenzia
dei missionari - è venuta a mons. Angelo Pagano, missionario cappuccino in
Etiopia e Camerun.
In Etiopia il piatto tradizionale è l’injera,
una sorta di pane spugnoso prodotto con un cereale locale (teff), che si
accompagna con verdure, carne e salse piccanti. Negli ultimi anni, però, si è
diffusa la moda di consumare pane europeo. La domanda di pane è quindi in
grande crescita. “Mons. Pagano – spiega a Fides Matteo Circosta del Centro
Missionario dei padri cappuccini della Lombardia – ci ha chiesto di aiutarlo
nella realizzazione di un progetto articolato che portasse alla creazione di un
panificio gestito da ragazzi locali formati sul posto. Così ci siamo attivati e
abbiamo coinvolto Cesare Marinoni, ex presidente dei panificatori milanesi, e
la scuola professionale salesiana di Cinisello Balsamo”.
Da parte sua, la diocesi di Harar ha messo a disposizione un edificio in una delle vie principali di Dire Dawa. Entro il 2018, aprirà il progetto pilota. “Una panetteria milanese - continua Matteo Circosta - ha donato le attrezzature per produrre il pane e noi abbiamo acquistato sei forni elettrici. Con questi macchinari inizieranno le attività. Nelle prime fasi lavoreranno in loco un maestro panificatore e Cesare Marinoni che verranno affiancati da due ragazzi etiopi che nei mesi scorsi hanno studiato panificazione nella scuola salesiana”.
Da parte sua, la diocesi di Harar ha messo a disposizione un edificio in una delle vie principali di Dire Dawa. Entro il 2018, aprirà il progetto pilota. “Una panetteria milanese - continua Matteo Circosta - ha donato le attrezzature per produrre il pane e noi abbiamo acquistato sei forni elettrici. Con questi macchinari inizieranno le attività. Nelle prime fasi lavoreranno in loco un maestro panificatore e Cesare Marinoni che verranno affiancati da due ragazzi etiopi che nei mesi scorsi hanno studiato panificazione nella scuola salesiana”.
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