“Sa che cosa facevano, alla sera? Si riunivano e, stremati
dalla fame, evocavano il ricordo di quel pollo con le patate, di quella pasta
con il sugo grasso. Poi annotavano tutto in un quaderno. Carta finissima e
inchiostro annacquato, perché non ce n’era abbastanza. Lo facevano per non
perdere la memoria del gusto. Per non perdere la speranza, dico io”. Francesco
Guccini, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato così
dell’esperienza di suo padre in un campo di concentramento nazista.
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