UN ROSARIO DI PANE



In carcere si costruì un rosario con le palline di mollica di pane che preservava a tale scopo, sottraendola alla scarsa razione di cibo (ma i carcerieri gli requisirono anche quel rosario). Il primo giorno in cui venne imprigionato per la fede — era il 29 ottobre 1948, all’1.30 di notte — compì un gesto dal significato evangelico: entrò nella sua cella, si inginocchiò per terra e — parole sue — «glorificai il Signore Gesù che aveva reso me, l’indegno, degno di questo grande onore della prigionia per la fede». I ventidue anni che scontò senza libertà a motivo della fede — tra carcere e confino, fra il 1948 e il 1970 — non scalfirono il suo affidarsi a Dio. Monsignor Iuliu Hossu è uno dei sette vescovi greco-cattolici che Papa Francesco – scrive l’Osservatore Romano - beatificherà durante il suo prossimo viaggio in Romania: la cerimonia è prevista per domenica 2 giugno al Campo della libertà a Blaj. Quella di Hossu è la figura più in vista del gruppo di presuli romeni che il Pontefice eleverà agli onori degli altari. Nel 1969, infatti, Paolo VI nominò cardinale in pectore l’allora vescovo di Cluj-Gherla (1885-1970), primo presule della Chiesa greco-cattolica romena a ricevere tale incarico. Solo nel 1973, però, il Pontefice bresciano poté rivelare tale nomina pubblicamente, a causa della difficile situazione dei cattolici d’oltrecortina.

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