A Napoli, nei Quartieri spagnoli, c’è una
frutteria dove si impara anche a cucinare. Ma soprattutto è un luogo di
incontro e intergazione. A raccontare la storia è l’Osservatore Romano. Nella
loro frutteria, Tina e Angelo Scognamiglio organizzano corsi di cucina gratuiti
per migranti. Il negozio è piccolo ma contiene il mondo intero: pakistani,
cingalesi, ucraini, turchi, africani. E napoletani, naturalmente. La bottega è
senza porte, tutti possono entrare. Ogni martedì, alle 15.30, il negozio si
trasforma. Compaiono tavoli, fornelletti e persone di ogni età e di tutte le
nazionalità, che indossano il grembiule e cominciano a cucinare: pastiera,
pizza con la scarola, pasta e fagioli, penne con la zucca, rigatoni con le
verdure, paccheri e baccalà, friarelli, melanzane imbottite con salame e
provola… Tutti piatti della tradizione napoletana. “E, in una mescolanza di
lingue, colori, sapori e profumi, avviene la magia dell’incontro. E si abbattono
muri”, commenta il giornale della Santa Sede.
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