“Il pane, frutto della terra e del lavoro
dell’uomo, diventi alimento di vita, di dignità e di solidarietà”. È l’auspicio
espresso dai vescovi italiani che nel Messaggio per la 69ª Giornata nazionale del Ringraziamento, che sarà celebrata
il prossimo 10 novembre, sottolineano il “forte legame tra il pane e il
lavoro” richiamando il valore dell’Eucaristia, il doveroso rispetto della terra
e la difesa della biodiversità, la necessità di garantire “condizioni giuste ed
equa remunerazione, evitando ad esempio le forme di caporalato, di ‘lavoro
nero’ o di corruzione per chi la lavora”. Il pane, che è anche “germe di pace,
generatore di vita assieme”, ammoniscono i vescovi, “non può essere usato per
vere e proprie guerre economiche, che i paesi economicamente forti
conducono sul piano della filiera di commercializzazione, per imporre un certo
tipo di produzione ai mercati più deboli”.
“Nulla, neppure le forme della produzione industriale, inevitabilmente tecnologiche e con modi di produzione che talvolta modificano geneticamente le componenti di base, deve offuscare la realtà di un pane che nasce dalla terra e dall’amore di chi la lavora, per la buona vita di chi lo mangerà”, si legge nel Messaggio, intitolato “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” e firmato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. “Il pane – concludono i vescovi – sia accolto in stili di vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni della sua realtà”.
“Nulla, neppure le forme della produzione industriale, inevitabilmente tecnologiche e con modi di produzione che talvolta modificano geneticamente le componenti di base, deve offuscare la realtà di un pane che nasce dalla terra e dall’amore di chi la lavora, per la buona vita di chi lo mangerà”, si legge nel Messaggio, intitolato “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” e firmato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. “Il pane – concludono i vescovi – sia accolto in stili di vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni della sua realtà”.
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