Dall'episodio delle cotolette da dividere con
i poveri alla dieta a base di ravioli di una anziana signora, dalla misura tra
farina e lievito per fare la pizza ai biscotti che preparava per Carnevale la
nonna: la predicazione di Papa Francesco fa spesso riferimento alle pietanze
che diventano spunto per spiegare semplicemente il senso della solidarietà,
della misericordia, della semplicità, della gioia.
Ora un sacerdote, don Pierluigi Plata,
cappellano militare, ha raccolto molte di queste citazioni in un libro:
"Apparecchiare la santità" (Libreria Editrice Vaticana). Un libro che
aiuta a "sbriciolare certe categorie ideologiche che applichiamo con tanta
disinvoltura - sottolinea il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro
Parolin, nella prefazione - quando parliamo di poveri, di fame nel mondo, di
bisognosi e ad applicarle a volti e situazioni concrete, a chi si ha di fronte
nel mangiare la pizza o nel fare la spesa, al fratello che in strada tende la
mano e ci invita a spezzare il pane con lui".
La tavola ricorre spesso nei discorsi del
Papa che cerca sempre un linguaggio il quanto più possibile vicino alla gente.
I singoli ingredienti sono lo spunto di omelie come il grano, la farina, la
senape, il sale, lo zucchero. Ma il pontefice guarda spesso alla tavola come
momento di condivisione, uno spazio privilegiato per la vita in famiglia.
"Gesù stesso - spiega l'autore del libro - ha utilizzato immagini legate
al cibo per comunicare delle verità che difficilmente noi avremmo potuto
comprendere. Per parlare di realtà spirituali ed ultraterrene si è servito di
metafore vicine al nostro vissuto quotidiano e, tra le altre, quelle legate a
tutto ciò che si riferisce all'alimentazione".
Nel libro della Lev c'è poi un capitolo
dedicato ad uno degli appelli ricorrenti di Papa Francesco, quello contro gli
sprechi, in particolare alimentari, che hanno "proporzioni
inaccettabili" per usare le parole dello stesso pontefice. E al proposito,
don Plata raccoglie anche un ricordo d'infanzia di Bergoglio: "Io ricordo
che, da bambino, quando cadeva il pane, ci insegnavano a prenderlo e baciarlo e
a riportarlo sul tavolo. Il pane partecipa in qualche modo - disse in un
discorso del gennaio 2015 - della sacralità della vita umana e perciò non può
essere trattato soltanto come una merce".
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