"Ma che arance
mangi? Mezzogiorno, agricoltura, immigrazione" è il titolo del convegno
che si tiene oggi, 22 ottobre, e domani a Reggio Calabria e San Ferdinando,
organizzato da Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Dopo l’osservatorio a
Lampedusa, la Casa delle Culture a Scicli e i corridoi umanitari dal Libano,
Mediterranean Hope ha infatti avviato da poche settimane un quarto fronte di
azione, in Calabria.
“Quello che stiamo
cercando di fare – spiega Francesco Piobbichi, operatore di MH – è dare un
supporto ai lavoratori migranti sfruttati nella piana di Rosarno, dal punto di
vista legale e sociale. E implementare una rete di produttori che si impegnino
a fare merce ‘slavery free’, cioè senza lo sfruttamento a cui purtroppo si
assiste e che ha creato situazioni di estremo disagio, morti, condizioni
indecenti di lavoro e vita per tante persone".
Attualmente, il progetto
ha avviato uno sportello informativo mobile: gli operatori di Mediterranean
Hope si recano con un furgone nei luoghi di lavoro ed incontro dei lavoratori,
il giovedì mattina a San Ferdinando, gli altri giorni in altri centri nella
Piana, nei campi formali ed informali. "Dai primi di settembre - continua l'operatore
- abbiamo aperto uno sportello mobile sui diritti sociali per i braccianti in
particolar modo per quanto riguarda il diritto alla residenza e ad un alloggio
degno, un’altra azione che stiamo portando avanti è la collaborazione con la
scuola di Italiano, nella scuola auto organizzata vicina al campo ufficiale di
Rosarno attivando nostri volontari e supporto logistico. In questo mese
abbiamo incontrato e risposto alle richieste di circa 50 persone, provenienti
principalmente da Gambia, Mali, Costa d'Avorio".
"Teniamo molto a
questa nostra nuova iniziativa - dichiara Paolo Naso, coordinatore di
Mediterranean Hope - , nata da una riflessione più ampia sul tema delle
migrazioni. Come chiese protestanti da anni ci occupiamo di accoglienza e di
corridoi umanitari per portare i rifugiati in sicurezza e legalità in Italia ed
Europa. E il lavoro dignitoso è un'altra chiave di accesso fondamentale
all'integrazione: per questo abbiamo deciso di essere a Rosarno, in Calabria, e
per questo nei prossimi giorni accompagneremo una delegazione di rappresentanti
delle chiese evangeliche a visitare quanto stiamo facendo, in questa realtà
complessa".
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