Il conforto della cucina
italiana, preparata rigorosamente secondo la tradizione nostrana e consegnata a
domicilio, per alleviare la quarantena di alcune fra le persone più vulnerabili
investite dalla pandemia di coronavirus a Londra. Il progetto - ribattezzato
"Italian take-aways" - è nato dall'idea di Danilo Cortellini, dal
2012 chef dell'ambasciata d'Italia nel Regno Unito. "Da una parte volevo
tenere alte le motivazioni della mia brigata - ha raccontato Cortellini
all'ANSA - dall'altra essere vicino a chi si trova in queste settimane
maggiormente in difficoltà: un conto è ricevere una scatola di prodotti
alimentari, un altro è poter mangiare un dolce fatto in casa".
Specialmente se quel dolce ha un gusto tricolore. Dal 2016 Cortellini collabora
con FoodCycle, una charity attiva su tutto il territorio britannico con 46
progetti, che serve pasti, realizzati con ingredienti di recupero, ad anziani
soli e indigenti. Un modo per combattere l'isolamento sociale e con esso anche
lo spreco alimentare. "Vengo da una famiglia molto umile nella quale il
cibo è sempre stato spremuto al massimo, nel senso positivo del termine - ha
spiegato Cortellini - mi fa accapponare la pelle dover buttare via pomodori
bellissimi solo perché magari sono a 2 giorni dalla scadenza. In questo progetto,
poi, ho potuto contare anche sul sostegno di numerosi fornitori italiani che
lavorano già con noi". Grazie all'appoggio dell'ambasciatore Raffaele
Trombetta, che ha subito sposato l'iniziativa, Cortellini e il suo team
preparano un centinaio di pasti alla settimana, confezionati e distribuiti nei
quartieri di Marylebone e Hackney da un gruppo di volontari. Ma la speranza è
di riuscire ad aumentare la produzione settimanale e allargare il raggio
d'intervento. "Il menù di giovedì prevedeva pasta al forno vegetariana,
polenta con il tartufo e una fetta di ciambellone. Credo molto - ha concluso
Cortellini - nel potere emozionale del cibo. E penso al sollievo di chi riceve
questi piatti".
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