PANE LIEVITATO, DISPUTA IN ISRAELE

In Israele la Corte Suprema ha stabilito che gli ospedali non possono vietare l’introduzione nei reparti di pane lievitato (hametz) nei giorni della Pasqua ebraica. Scontento fra gli ebrei religiosi e soddisfazione per i laici e non ebrei del Paese. Solo il prossimo Parlamento potrebbe intervenire. 

«Un governo sano di mente non decide che cosa è lecito mangiare per i suoi cittadini», ha osservato Yair Lapid, il leader di Yesh Atid, partito israeliano laico e di centro. Il suo – scrive Terrasanta.net - è un commento al progetto di alcuni deputati ebrei ultraortodossi che intendono proporre una legge che vieta il pane lievitato, hametz in ebraico, negli ospedali durante le festività della Pasqua ebraica. Secondo le norme religiose giudaiche, il possesso e il consumo di hametz, a base di grano, orzo, segale, avena, farro, e di qualsiasi pane lievitato, è totalmente proibito durante i sette giorni della Pasqua. Questo per commemorare la fretta con cui il popolo ebraico dovette lasciare l’Egitto. A quel tempo, come riporta il libro dell’Esodo, Dio chiese agli israeliti di mangiare pane azzimo. 

Il progetto legislativo degli ultraortodossi arriva dopo che la presidente della Corte Suprema israeliana, Esther Hayut, il 10 gennaio ha definitivamente respinto la richiesta del Gran Rabbinato di tenere una nuova udienza con una giuria allargata per deliberare sull’ammissibilità, o meno, di hametz negli ospedali durante la Pasqua ebraica. Lo scorso aprile, infatti, l’Alta Corte aveva stabilito che gli ospedali, dove sono presenti persone di diversi credi e provenienze, non potevano vietare ai pazienti e ai visitatori di portare cibi non kosher. Questa decisione rispondeva a una petizione del Centro giuridico Adalah per i diritti della minoranza araba e del Forum laico, un gruppo che mira a preservare una cultura laica in Israele. Di fronte a questo pronunciamento, il Gran Rabbinato non ha nascosto amarezza e irritazione e teme che le persone che osservano la casherut si rifiutino di essere ricoverate, soprattutto in questo periodo di pandemia, mettendo a rischio la propria salute.

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