UNA SOLUZIONE LOCALE ALLA MALNUTRIZIONE

Partire dall’esperienza locale per tentare nuove strade nella lotta alla tragedia della malnutrizione in Africa. Per tale impegno, fratel Fabio Mussi, coordinatore della Caritas della diocesi di Yagoua, nella regione dell’Estremo Nord del Camerun, si dice direttamente “interpellato” dalla Laudato si’ di Papa Francesco. Il missionario laico del Pime, originario di Lissone (MonzaBrianza), da 11 anni opera in un Paese in cui il 39% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. «Nell’Estremo Nord del Camerun — spiega il missionario italiano a Vatican News — abbiamo un tasso di malnutrizione acuta o grave che supera la media nazionale». «Proprio esaminando la situazione e i tassi di malnutrizione nelle nostre zone, ci siamo resi conto — aggiunge il coordinatore della Caritas della diocesi di Yagoua — come l’unico sistema efficace per noi sia attualmente quello della distribuzione di integratori alimentari, che al momento sono importati. Ma ci domandiamo — prosegue — fino a quando potrà andare avanti questo stato di cose, perché gli integratori costano ed è complicato farli arrivare dalle nostre parti. Ci sono le agenzie internazionali delle Nazioni Unite che intervengono per combattere l'insicurezza alimentare e la malnutrizione, ma — si domanda fratel Fabio — quando tali organizzazioni se ne saranno andate sarà ancora possibile continuare la lotta alla malnutrizione con gli stessi prodotti importati?». «Studiando un po’ le esperienze del posto e di altri Paesi vicini — continua — si è visto che esistono delle soluzioni locali, endogene. La più fattibile ci è parsa quella di utilizzare una pianta locale, abbastanza diffusa, ma non valorizzata: la moringa. Si tratta di un arbusto che ha tutte le proprietà per dare un complemento di valori nutrizionali ai bambini, senza grosse spese». La moringa, spiega il missionario, «è un albero originario dell’India, ma presente qui da decenni. Resiste a temperature tropicali e anche alla siccità. Inoltre cresce rapidamente e produce delle foglie e dei semi che sono ricchi di proteine vegetali, oligominerali e vitamine. Quindi, favorendo una coltivazione e una produzione a livello locale, si potrebbe ottenere un ottimo risultato. Inoltre non c’è bisogno che queste foglie o questi grani vengano trattati: basta lasciarli seccare e utilizzarli negli alimenti sia unendoli ai cibi da cuocere, sia usandoli come tè o infusi. Dai dati che abbiamo in mano, sperimentati in altri Paesi africani e verificati da diverse università, basterebbe che i bambini malnutriti fossero curati con un cucchiaino da caffè di polvere di farina di moringa ogni giorno, per tre mesi, per riprendere forza e peso». La Laudato si’ e il progetto pilota Papa Francesco, sottolinea fratel Mussi, «pone le basi del nostro impegno». Le parole del Papa — osserva — ci invitano a valorizzare i risultati delle esperienze e del progresso scientifico, adattandoli alle diverse situazioni di vita per il bene di tutti. In questa ottica la Caritas di Yagoua sta portando avanti il progetto pilota sulla moringa. «Abbiamo previsto di sperimentare noi stessi la coltivazione della pianta, già a partire dal giugno 2019. Avendo delle fattorie e degli animatori agricoli, abbiamo distribuito dei semi che hanno fatto nascere circa 500 piante di moringa: abbiamo raccolto le foglie e le abbiamo ridotte in farina, preparando poi dei sacchetti da 50 gr, il cui costo sarebbe di 500 franchi Cfa, cioè 80 centesimi di euro. A partire dal mese di settembre 2020, abbiamo iniziato la distribuzione gratuita ad alcune donne che sono seguite nei centri dove operiamo, centri sanitari di ispirazione cattolica. Le mamme che hanno i bambini con dei problemi di malnutrizione possono così ricevere sia delle piantine, sia dei semi da piantare per far crescere gli arbusti e ottenere loro stesse direttamente i prodotti, diventando autonome».

Commenti