Sarà inaugurato venerdì 10 novembre alle ore 16 Pastificio Futuro, il laboratorio artigianale sito in via Giuseppe Barellai 140, all’interno del complesso del carcere minorile di Casal del Marmo, ma con entrata autonoma. Un’idea nata dopo la prima visita di Papa Francesco alla struttura detentiva, nel 2013, quando scelse di lavare i piedi, nel Giovedì Santo, ai minori reclusi. «Non lasciatevi rubare la speranza», aveva detto loro. Parole che non sono cadute nel vuoto e che hanno portato alla costruzione del pastificio nei locali di un edificio da anni in disuso. A realizzarlo la Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus, con il sostegno della Conferenza episcopale italiana e di Caritas Italiana e in sinergia con la Direzione dell’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia Minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, le diocesi di Roma e di Porto – Santa Rufina.
All’inaugurazione saranno presenti il cardinale vicario
Angelo De Donatis; l’arcivescovo Giuseppe Baturi, segretario generale della
Conferenza episcopale italiana; il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri;
il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca; Anna Maria Santoli,
dirigente Centro Giustizia Minorile Roma; don Marco Pagniello, direttore di
Caritas Italiana.
Con i suoi 500 metri quadri di superficie, una pressa che
può produrre fino a 220 kg all’ora di pasta e 4 essiccatori, Pastificio Futuro
è un’azienda che potrebbe occupare fino a venti ragazzi. L’iniziativa partirà
con tre addetti: una detenuta presente al pastificio grazie all’articolo 21, un
ventenne affidato ai servizi sociali e un altro che vive in comunità.
«La pasta verrà venduta in alcune catene di supermercati
con cui abbiamo preso contatti – spiega don Nicolò Ceccolini, cappellano di
Casal del Marmo –, nonché servita in alcuni ristoranti di livello, perché è una
pasta di elevata qualità. Dare delle prospettive future a questi ragazzi è
molto importante, può incentivare anche altri loro coetanei che si trovano in
carcere a fare un percorso, dare loro un obiettivo. È una bella opportunità
perché devono comunque uscire dal carcere, in quanto il laboratorio è esterno
alla zona detentiva, seppure all’interno della cinta muraria». Quando sarà a
regime, «il laboratorio potrebbe produrre 2 tonnellate di pasta al giorno,
circa 4.000 pacchetti da 500 grammi ogni giorno», sottolinea Alberto Mochi Onori,
responsabile di Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus.
Riflette il vescovo Benoni Ambarus, delegato per la
Pastorale carceraria della diocesi di Roma: «Non è più il tempo delle
punizioni. Quello che ci interessa è cosa succede alla persona “dopo”, quando
ha terminato di scontare la sua pena. Nel mondo carcerario bisogna lavorare
molto su questo aspetto. La promozione del lavoro e del reinserimento nella
società è una spinta notevole in questo percorso di rieducazione e
resurrezione».
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